Eccoci. Questa e’ la funzione che calcola l’intervallo di confidenza per la differenza di proporzioni correlate, usando Wald.
# Wald Z method
ci_wald <- function(tab,alpha,continuity_correction=TRUE) {
A <- tab[1]
B <- tab[3]
CC <- tab[2]
D <- tab[4]
N <- sum(tab)
correction <- 0*(1-continuity_correction)+1/N*continuity_correction
estimated_difference <- (B-CC)/N
estimated_difference_variance <- ((A+D)*(B+CC)+4*B*CC)/N^3
estimated_difference + c(-1,1)*(qnorm(1-alpha/2)*sqrt(estimated_difference_variance)+correction)
}
Come input richiede una tabella/matrice. Con i numeri che mi hai dato abbiamo
results_table <- matrix(c(379,20,10,140),
nrow=2,ncol=2,
byrow=TRUE)
results_table
## [,1] [,2]
## [1,] 379 20
## [2,] 10 140
dove, usando la notazione interna della funzione, \(A=379, B=20, CC=10\), e \(D=140\).
Scegliendo un livello di confidenza del 90%, ad esempio, applicando la funzione otteniamo
ci <- ci_wald(tab=results_table,alpha=0.1)
ci
## [1] 3.307418e-05 3.639680e-02
Arrotondando a 4 decimali, per maggiore chiarezza, l’intervallo di confidenza al 90% risulta essere (0, 0.0364).
Se non ricordo male avevi indicato un \(\delta=0.07\) (7%). L’intero intervallo stimato per la differenza si trova al di sotto di questa soglia, dunque, se la stanchezza del venerdi’ non mi tradisce, questo indicherebbe evidenza a sostegno della non-inferiorita’, al livello di significativita’ indicato (\(\alpha=0.10\)).